Il Trialer (2)



La divisione delle prove per classi continentali, italiani , esteri e inglesi ebbe inizio nel 1895 con la prova di Busto Arsizio, successivamente queste prove furono riservate solo agli inglesi e fino alla prima metà del 900 vennero svolte principalmente in Italia . Oggi questa formula viene corsa principalmente all’estero . Il trialer quindi per poter svolgere questa mansione deve possedere grandi mezzi : fisici, olfattivi , di stile , intelligenza ecc. e tutte queste caratteristiche devono essere in risonanza tra loro, vale a dire non c’è una qualità che domina sull’altra ma è come se una potenziasse l’altra. Il grande Giulio Colombo, che sul trialer è riuscito addirittura a scriverci un libro intero , lo definisce in questo modo : è il riproduttore , il capolavoro , il quadro d’autore, il brillante di cinquanta grani, l’oro zecchino, il capodanno non gli altri 364 giorni dell’anno. Difficile trovare altri aggettivi se proprio volete farlo allora chiamatelo come quel cacciatore-cinofilo : un cane fortissimo. Sul trailer ci sarebbe molto da dire, però qualche mio pensiero pur non essendo nessuno, voglio esternarlo se non altro da amante della razza. Il punto è questo , occorre far conoscere ai cacciatori la vera utilità del trialer. Le prove di selezione devono segnalare gli stalloni e le fattrici idonee. Quando parlo di idoneità intendo dire che colui che accoppia deve anche conoscere le caratteristiche dei riproduttori per cercare di tramandarle alla prole. Se io voglio un cane da beccacce super collegato, è inutile ricercarlo nel trialer!

 

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